L'incontro fra il M° Tokitsu e il Dott. Yayama
(Prefazione a "Guarire se stessi" di Kenji Tokitsu)
Verso la fine degli anni 70, ho cominciato a studiare i metodi di rafforzamento del ki dopo aver passato alcuni differenti periodi difficili nella mia pratica del karatè: traumi articolari, dolori dorsali ……. Mi dicevo: ”Come sarò a 50 anni se ho già così tanti problemi?”. Non avevo che una trentina d’anni.
Per percorrere il lungo cammino dell’arte marziale elevando il mio livello, occorreva a tutti i costi superare questi problemi. Inizialmente ho praticato un metodo di qi gong sviluppato in Giappone che si basa sulla respirazione e perciò ho effettuato con regolarità dei soggiorni in Giappone studiando contemporaneamente altri metodi tradizionali di rafforzamento corporale. In seguito ho studiato differenti metodi di qi gong con vari maestri cinesi a Parigi, in Cina e a Taiwan. Partendo da queste esperienze ho stabilito una sintesi e determinato dei miei esercizi personali. Grazie a queste pratiche, i dolori dorsali di cui soffrivo sono scomparsi attorno ai 45 anni, età nella quale abitualmente questo tipo di dolore si accentua.
Nonostante le spiegazioni proposte per comprendere i fenomeni del ki e le loro possibilità restavo insoddisfatto perché mi rimandavano principalmente a delle credenze mistiche. Ho continuato a seguire le pubblicazioni relative a questo campo perseguendo la mia pratica personale. Nel 1995, sono stato molto piacevolmente sorpreso nel leggere un libro intitolato: “Ki no ningengaku” (Lo studio dell’uomo attraverso il ki). Questo libro era stato scritto da Toshihiko Yayama, chirurgo oncologo all’Ospedale Principale della Prefettura di Saga in Giappone. Sono rimasto impressionato da due elementi: la chiarezza dell’esposizione del suo metodo e l’efficacia attestata dal numero di guarigioni dei suoi pazienti.
Gli ho scritto immediatamente per domandargli un appuntamento. Fu così che all’inizio dell’anno 1996 mi sono recato all’Ospedale di Saga in Giappone con mia moglie e uno dei miei amici giapponesi.
Il dottor Yayama dirigeva un reparto specializzato d’oncologia all’Ospedale e curava le diverse malattie in funzione della diagnosi, sia attraverso i moderni metodi della medicina occidentale, sia con il metodo di qi gong da lui messo a punto, sia con una combinazione dei due metodi. La guarigione di numerosi malati attraverso quest’ultimo metodo è attestato dal fatto che le cure sono rimborsate dall’equivalente Servizio Sanitario Nazionale giapponese.
Il dottor Yayama ci ha ricevuto inizialmente nel suo ambulatorio di quest’Ospedale. Prima di discutere di qi gong, ci ha osservati per un breve momento uno dopo l’altro ed ha scritto qualcosa su un foglio di carta. In seguito ci ha sentito il polso e ha aggiunto qualcosa su quel foglio. Ha disegnato la forma dell’aura che contorna il nostro corpo. Comprendeva tre strati. Dalla forma dell’aura e dalle caratteristiche dei polsi ci ha dato lo stato della nostra salute. Per i miei due compagni, la maggior parte dei punti che gli ha indicato confermava i problemi che già conoscevano. Gli spiegò la causa e la correlazione dei problemi.
Mostrando il foglio mi disse: “Quanto a voi, la vostra salute è eccellente. Avete l’energia molto sviluppata soprattutto nella parte inferiore del corpo”. In seguito mi ha esaminato e mi ha spiegato mostrandomi un altro schema:
“Ecco il percorso della vostra vita sino ad oggi. La vostra vita ha avuto un radicale cambiamento all’età di 23 anni.” Era l’anno in cui io lasciai il Giappone, cosa che fu il cambiamento più importante della mia vita. Il dottor Yayama non poteva saperlo. Mi ha spiegato in seguito diverse cose mostrandomi il suo schema. Tutto quello che diceva corrispondeva a quello che avevo vissuto.
Aggiunse:
“ La vita dell’uomo è registrata nel suo ki. Ho imparato a percepirlo praticando il metodo che ho elaborato e messo a punto. Non sono un genio. Di conseguenza, ciascuno può acquisire delle capacità simili con questo metodo.”
Ho conosciuto molti maestri di qi gong che avevano delle capacità “innate”, a volte spettacolari. Ciononostante il metodo che insegnano non è sicuro che aumenti le capacità degli allievi. Una tale situazione contribuisce spesso a rafforzare il potere carismatico dei maestri sui loro allievi, giungendo alla formazione delle sette.
Il dottor Yayama dice:
“Il valore di un metodo si misura non attraverso la capacità del maestro fondatore, ma tramite la qualità ed il livello degli allievi che lo praticano”.
In effetti, il suo metodo e la sua pedagogia permettono a tutti di sviluppare delle capacità e questo indipendentemente dà “doni” innati. Quest’aspetto mi ha particolarmente attirato.
Il dottor Yayama ci ha condotto in seguito nel suo laboratorio privato dove ci ha mostrato il taiji quan che aveva elaborato rapportandolo con il suo metodo di kikô. La parola kikô è generalmente compresa come traduzione giapponese di qi gong cinese, ma ci sono alcune differenze di contenuto. Nel kikô del dottor Yayama ci sono più elementi: il qi gong cinese, lo yoga, le arti marziali, il buddismo esoterico, le medicine tradizionali cinesi e giapponesi e la medicina occidentale. E’ perché vogliamo stabilire una distinzione tra il kikô ed il qi gong.
Gli ho mostrato il mio taiji quan. Abbiamo fatto così degli scambi. Aveva praticato il karatè per una ventina d’anni così come il kendo e l’aikido, cosa che ci ha avvicinato maggiormente. In effetti, da quel giorno abbiamo iniziato a coltivare la nostra amicizia e collaborazione.
Manifestò un grande interesse per la mia pratica d’arti marziali. Da qui hanno iniziato i nostri scambi. Ma in materia di kikô, non c’è alcun dubbio, è nettamente più avanzato. E’ il mio maestro in questo campo.
Attraverso le mie esperienze, constato che in Europa si cerchi un metodo complicato. Nel corso della pratica di qi gong, a volte accade che un praticante cominci a trovarla “troppo semplice” e ponga delle complesse domande come se la semplicità significasse una insufficiente qualità. Intendiamo effettivamente: “è troppo semplice e monotono”. Ciò non può assicurare che questa persona possieda la semplicità.
Il metodo Yayama è, inizialmente, semplice. Il dottor Yayama dice: “Occorre che il mio metodo sia praticabile dai malati. Bisogna che guariscano o migliorino la loro salute. Il mio metodo non è destinato a fare del kikô una pratica di piacere. Ho concepito un metodo molto accessibile per la sua semplicità, altrimenti i malati non potrebbero praticarlo tutti i giorni.”
Dice anche:
“ Nella pratica del kikô, sono come un soldato che combatte in prima linea ogni giorno. Un errore potrebbe provocare la morte di qualcuno. Occorre che io trovi una soluzione per ogni situazione. Non posso abbandonare i miei pazienti. Mi batto quotidianamente in questo modo……”
La caratteristica del metodo Yayama è l’efficacia e la semplicità. L’obiettivo principale del kikô è che ci si possa sentire bene. Se voi state bene, come se il vostro corpo si fondesse nella felicità, la vostra sensazione del corpo non è complicata. Voi vi sentite così bene che avete la sensazione di dissolvervi in quello che vi circonda. Non possiamo che essere semplicemente felici. Non possiamo esserlo in maniera complicata.
Se lo scopo del kikô è semplice, deve esserlo il metodo della pratica. Tuttavia l’approccio analitico a questa forma di semplicità è complesso. Non si tratta di confonderli. Così l’apparenza del metodo Yayama è semplice ma ci lascia un’apertura, fino ad un certo grado, per un approccio analitico, che è rassicurante per coloro che hanno uno spirito razionale.
Il dottor Yayama è un ricercatore che rimette in discussione “le acquisizioni tradizionali” sulla base di conoscenze estese a campi diversi e ad esperienze personali. Ha stabilito quattro livelli per la padronanza del kikô.
Agli inizi del 1990 il suo cammino ha un po’ scosso l’ambiente del kikô giapponese perché ha classificato la pratica dello Shôshûten (piccolo circuito celeste) solamente al secondo livello su quattro, cosa che per molti studenti lo Shoshuten rappresenta l’ultimo livello. In effetti, nel suo insegnamento, cominciamo partendo dal livello di sensibilizzazione generale del ki, e poi passiamo al livello dello Shoshûten. Il terzo è quello dello Daïshûten (grande circuito celeste) ed il quarto è Furen-shûten (circolazione spontanea permanente).
Nel corso della sua pratica medica, il dottor Yayama ha scoperto che il senso del ki per le donne è contrario a quello dell’uomo, allorché quest’ultimo è stato considerato univoco dal periodo classico cinese. Oggi un numero sempre maggiore di maestri cinesi di qi gong riconosce e concorda con questa scoperta.
Egli cerca di usare dei mezzi moderni per raggiungere i suoi scopi ed una migliore efficacia. Ha già inventato più strumenti; per esempio, lo “zero-search” quello che permette di ricercare l’equilibrio del ki allo stadio zero (perfetto equilibrio del ki), ma che presuppone, da parte dell’utilizzatore, un lavoro attivo sul ki e non un’attenzione passiva come nella medicina occidentale.
Il dottor Yayama insiste sulla riproducibilità del fenomeno del ki, perché è la base del percorso scientifico. Ci dobbiamo tenere a mente una possibilità meravigliosa: una vera fusione dei saperi orientali ed occidentali.